ROUND 1
“Scem che stai facenn?”
(mio fratello sta pisciando dal balcone sulla testa di alcuni sfortunati che stanno guardando una partita di pallone nel campetto di fronte casa. Ercolano, sarà stato il 1993 o 1994, il mio primo ricordo.
Piacere, Peter Potolicchio. Detto Poto dagli amici. Non ricordo chi sia stato il mio primo barbiere. A guardare certe foto sembrerebbe che non ce lo avessi, perchè i capelli me li tagliava mamma a casa. Con la scodella. A 6 anni stavo “senza pensieri”, da Ercolano ci eravamo trasferiti a Colombare, poi a Sirmione, papà faceva l'autista trasportatore e ci toccava spostarci spesso. Mamma si arrangiava con piccoli lavoretti di pulizia, mio fratello Alfonso invece era un fenomeno! Non ho mai conosciuto uno più forte di lui a giocare a calcio! In quel periodo stava per essere preso nella rappresentativa giovanile del Vicenza e Dio solo sa dove sarebbe potuto arrivare se avesse unito “a'capa” ai piedi d'oro che gli erano stati destinati dalla nascita. Scusate gli incisi in napoletano, ma mi sento orgoglioso delle mie origini e anche adesso che sono “barbiere”, quando leggo sui gruppi di Facebook - “ah mai barbieri napoletani sono di un altro livello” - , un po' non capisco da dove nasca questa convinzione, un po' mi gonfio il petto, perché io sono tutte e due le cose: “napoletano” di origine, “barbiere” per scelta.
Insomma tutto liscio nella mia vita. Manco per il cazzo. A 6 anni i miei divorziano, papà rimane a Sirmione, io, mamma e mia sorella facciamo le valigie. Mamma si ricorda che zia Antonia, di lei sorella, “fa i mercati” a Terracina. In poche parole vende panni e cianfrusaglie durante il mercato settimanale tutti i Giovedì.
Terracina. E chi cazzo ne aveva mai sentito parlare? In fondo un posto come un altro, per un ragazzino di 6 anni abituato a cambiare casa e amicizie molto spesso. A 6 anni la cosa non mi tocca più di tanto. Prendiamo casa su via Ponterosso, i capelli fanno sempre cagare, i pomeriggi li passo di fronte casa a imitare le mosse di karate, perché i primi idoli della mia vita non sono gli Schorem, i barbieri di Rotterdam famosissimi ormai in tutto il Mondo, ma i Biker Mice! I topi esperti di arti marziali del mio cartone preferito.
Fermi tutti: ho un flash. Ho 10 anni, sono in vacanza in Sardegna (oddio, vacanza: siamo ospiti di Padre Claudio, non chiedetemi il perché) e scatta la prima consapevolezza della mia vita, che mi accompagna tutt'oggi: sono piccolo, il più piccolo (oggi raggiungo il metro e sessanta, ma con le scarpe dei grandi), ma nella vita farò il culo ai più grandi (e grossi). C'è una ragazzina del villaggio in cui soggiorniamo, avrà 15 anni, si chiama Alissya, è inglese e io non lo parlo. Ci sbavano dietro tutti i ragazzi con i quali passo le giornate e a me non mi guarda nemmeno (ti credo, sono il più piccolo!). Indovinate chi sarà l'unico ragazzino che a fine estate sarà riuscito a pomiciarci? Esattamente. Risultato finale: Poto 1 – Ragazzi più grandi 0. Detta così sembra una cosa fica, ma in realtà è uno schifo! Il mio primo bacio non è proprio come me lo aspettavo! Mi stacco da lei, mi giro verso mio fratello Alfonso e grido: “ma questa sa di latte e menta!”. Non un gesto gentile, forse si sarà sentita maltrattata, ma tenetela a mente questa cosa, perché “donne” e “forse si sarà sentita maltrattata” è un tema che tornerà nella storia della mia vita. Per chiudere il cerchio del ricordo, Alyssa aveva 15 anni (chissà se la ritrovo su Facebook), mio fratello si scopava la sorella media durante quell'estate in Sardegna e un amico di mio fratello la sorella più grande delle 3. Nel bagno del campeggio.