ROUND 2 - MAMMA
Ognuno di noi ha una mamma, ma la mia è napoletana. Precisamente nata a Torre del Greco. Ora, molti di quelli che stanno leggendo magari non avranno idea di cosa significhi avere la mamma napoletana. Lasciate che ve lo spieghi, con pochi esempi:
“Piter, statt accuort” (vabbè, classico)
“Piter, hai mangiato a mammà” (questo ancora adesso e credo per sempre)
“Piter va piano con la macchina” (questo dopo i 18 anni)
“Piter non ti drogà a mammà” (sì, vabbè)
“Piter e basta con ste canzoni con le parolacce” (riferito alla mia passione per la musica rap)
“Piter mangi sempre fuori a'mammà”
“Ma possibile che chist fa la firma mia megl e' me?!”
Quest'ultima è mia madre dal preside di Ragioneria. Per l'ennesima volta non ero andato a scuola e avevo falsificato la firma di mamma sul libretto delle giustificazioni.
Mamma, la mia mamma, si chiama Anna. Mamma ha conosciuto l'orfanotrofio da piccola, perché nonna non poteva mantenerla. Nonna ad un certo punto della sua vita si era ritrovata in Germania e aveva sposato un tedesco. Sarà questa la ragione dei miei occhi azzurri che fanno impazzire le donne? Modesto.
Mamma conobbe papà proprio in Germania. Tre figli dopo scoprirono che non poteva funzionare, anzi non doveva. Tante volte mi sono messo in mezzo per evitare che mamma le prendesse da papà, ma ero piccolo, di età e di statura. Non potevo riuscirci. Oggi, che ancora per poco mentre scrivo vivo a casa con lei, la ammazzerei un giorno sì e l'altro pure, ma è la persona a cui voglio più bene al mondo. E per tanti motivi. Perché tante volte ha sopportato e sistemato i casini che ho combinato. Mamma lavorava nei ristoranti come cuoca e spesso, siccome ero troppo piccolo per stare da solo a casa, mi portava con lei. Ma ero una peste e non stavo mai al mio posto, così che mamma si prendeva i rimproveri dei titolari per colpa mia.
Le voglio bene perché tante volte ha fatto i miracoli per portare la cena a tavola e, se non c'era da mangiare per tutti, mai sarebbe mancato a me, ma sempre a lei. In certi periodo non c'era un euro a casa, eppure è sempre riuscita a darmi una vita più che dignitosa. Una volta avrò avuto 12 o 13 anni, mi mise 10mila lire in mano per andare a fare la spesa. Siccome io fin da piccolo mi perdo le cose, arrivato al supermercato non trovai più le 10mila lire. Panico. Lo sapevo che non c'erano altri soldi a casa e me ne tornai a casa in lacrime, pregustando gli schiaffi in testa di mamma. E, come tante altre volte, me li sarei meritati. E invece la reazione di mamma, quella volta come tante altre ancora, fu la stessa: “Piter e perché piangi a'mammà? È successo qualcosa a te? I soldi si rifanno!”.
Forse questo ha contribuito a formare il mio carattere e le mie reazioni di fronte agli eventi negativi: me ne frego, penso che sarebbe potuta andare peggio e così non è stato. Sono sempre stato il più piccolo, abituato a prenderle, ma sempre pronto a sfidare tutto e tutti, senza abbassare la testa.
Mamma è la figura chiave della mia vita, anche se spesso, da buona mamma “made in Sud”, si è dimostrata protettiva, per non dire invasiva, nelle mie cose.
Quando a 25 anni deciderò di lasciare il lavoro stabile che ho per inseguire il mio sogno ed iscrivermi ad una scuola per parrucchieri (sia chiaro: sarò un barbiere, mai pettinerò o taglierò i capelli ad una donna), mamma si metterà di traverso. “Ma tu sì scem a mammà! Ma c'hai un lavoro fisso! Ma tu sì pazz!” Arriverà al punto di presentarsi a scuola, senza dirmi nulla, per parlare col direttore della scuola e informarsi se stessi andando a scuola tutti i giorni. Di sicuro era rimasta scottata dalle mie precedenti performance scolastiche, ma stavolta aveva veramente esagerato! Anche perché per una volta nella mia vita mi stavo comportando come un allievo modello! Mamma ha fatto di tutto per me, molte me ne ha fatte passare lisce, tante altre ha finto di non vederle.
Come tutte quelle che ho cominciato a combinare intorno ai 14 anni...prossimo round!